Liberate il pianeta Terra

Una commissione intergalattica scopre una sconcertante verità sule condizioni di vita sulla terra. Il Consiglio Pangalattico deve prendere una decisione per riportare la situazione alla normalità e liberare la specie umana dalla schiavitù.

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Bennet stava riordinando tutto il materiale lamentandosi per il poco tempo a disposizione. Nell’aula magna del Consiglio Pangalattico lo attendevano da diversi minuti per conoscere i risultati della sua ultima ricerca.

<<Uno scienziato come me dovrebbe avere almeno tre robosegretari>> disse intanto che lanciava uno sguardo severo a Mirna, la sua assistente.

<<Ho male dappertutto>> le disse lei <<Non ho chiuso occhio tutta la notte per riordinare i tuoi dati ingarbugliati>>

<<Se bevessi meno di quella roba saresti più lucida e produttiva>> disse Bennet indicando una bottiglia di “Alaimo” un intruglio al limite tra il letale e l’illegale prodotto sul pianeta Sagawa a cui Mirna era, diciamo così, molto affezionata. La presenza di alcuni batteri che si nutrivano degli zuccheri presenti nel corpo dava una sensazione di “leggerezza” inebriante ma, allo stesso tempo, il post sbornia era tra i più terribili conosciuti nell’universo con momenti di perdita totale dell’uso delle facoltà cognitive. Per chi vi era abituato (e Mirna lo era) gli effetti si limitavano ad un vistoso rallentamento di ogni azione.

<<Lo sai che mi vogliono morto, vero?>> chiese seriamente Bennet <<Quest’anno il consiglio mi ha chiesto un rapporto sulla situazione di 62 pianeti!!>> e intanto digitava il codice per accedere al corridoio che portava alla sala riunioni. <<Puoi andare un tantino più veloce?>> chiese alla sua assistente assonnata <<no, dico, come si può pretendere di studiare le abitudini di miliardi di esseri sparpagliati in 62 mondi e capire come funziona la loro vita?>> Intanto la sua voce si faceva sempre più bassa man mano che si avvicinavano alla sala. <<La maggior parte di loro non ha neanche coscienza di esistere. Vivono e basta!>> Poi si infiammò in viso e cominciò ad urlare sommessamente <<Come diavolo faccio a capire se stanno bene o se c’è qualcosa che non va?>>

Il consiglio Pangalattico si riuniva annualmente per esaminare le condizioni di diversi pianeti (per quest’anno 62 appunto) dove la vita e/o la civiltà era ancora agli albori o comunque non ancora abbastanza avanzata da poter far parte del consiglio pangalattico. L’unico requisito richiesto per far parte dell’assemblea era la capacità di costruire un’astronave abbastanza potente da poter raggiungere la sede del consiglio stesso. Gli studi venivano portati avanti da un team di esperti (il professor Bennet, la sua assistente Mirna e basta!) grazie all’ausilio dell’UNLIMITED un telescopio spaziale capace di osservare ogni remoto punto dell’universo con una definizione tale da permettere a Bennet di poter seguire in diretta tutto il campionato di Football NFL sul pianeta TERRA e quello di Saltinaria sul pianeta EVWAR.

Il professor Bennet era al centro della sala e con aria calma e sicura cercava di inserire nella corretta sequenza le oloproiezioni nello Starlett, un proiettore 3D che a breve avrebbe immerso la sala nelle realtà virtuali.

Il suo rapporto sulla situazione fu molto veloce per quello che riguardava i primi sessanta pianeti che furono da lui giudicati semplicemente come “tutto ok”. Questo con grande sollievo del Consiglio che, naturalmente, vedeva diminuire le possibilità di dover intraprendere faticose iniziative per ristabilire un non ben precisato equilibrio in qualche remoto punto dell’universo. Il sessantunesimo pianeta era EVWAR per il quale però venne solo segnalata una particolare attività vulcanica che stava creando solo leggeri disagi. Fu giudicato dal consiglio come “da monitorare”.

Arrivato all’ultima proiezione l’espressione di Bennet cambiò fortemente e nella sala si diffuse una palpabile preoccupazione. Il professore e gli altri esseri muniti di apposite ghiandole cominciarono a sudare, altri emisero suoni strani ed alcuni cambiarono semplicemente forma o colore.

<<Per quello che riguarda la TERRA>> esordì Bennet <<la situazione è alquanto complessa>> disse intanto che partiva il filmato. <<Come potete osservare da queste riprese…il pianeta risulta abitato da diverse specie ma>> si fermò per bloccare al volo una vistosa goccia di sudore che gli colava dalla fronte <<è evidente che la razza dominante è costituita da esseri chiamati CANI>>

<<Ca..ni?>> ripeté il presidente del consiglio?

<<Esattamente>> confermò il professore <<il problema, a mio parere, è che questa razza è riuscita ad assoggettare tutte le altre in maniera scandalosa…soprattutto la specie UOMO che, da quello che si evince dai miei studi, ha come unica funzione di occuparsi e servire il suddetto CANE.>>

<<Ci sono violazioni al DECRETO GCGP anno 74 punto P?>> Chiese prontamente il Probiviro Janos del pianeta Bikkin.

<<Si>> rispose con aria seria Bennet <<credo che i comportamenti tenuti da questi esseri violi il decreto sull’abolizione della schiavitù>>

Nella sala si levò un brusio incessante fatto di suoni ed emanazioni odorose sgradevoli.

<<È una grave supposizione!>> continuò il probiviro <<abbiamo prove certe?>>

<<Infatti professor Bennet>> tuonò il presidente dell’assemblea <<non è suo compito dare giudizi. Ci mostri i dati. Saremo noi a valutare la situazione ed esprimere il corretto responso>>

<<Chiedo scusa a questa commissione>> la frase suonò così ma il tono era di qualcuno che avrebbe voluto dire; “vi ammazzerei tutti adesso”.

<<Ecco i dati>> e fece partire il filmato.

I primi secondi della proiezione furono molto gradevoli perché, checché se ne dica, la TERRA è davvero un posto affascinante, ma poi arrivarono le prime immagini di esseri umani che raccoglievano le deiezioni puzzolenti dei cani. Centinaia di immagini in sequenza di esseri umani di tutte le razze, sesso ed età (c’erano anche dei bambini) che, con non poca riluttanza ed evidente schifo, erano costretti a prendere con le mani (appena coperte da un sottilissimo strato di un materiale plastico) ogni tipo di “cacca”. Questo negli ambienti esterni. In quelli interni erano impegnati in operazioni ancora più faticose comprendenti raccolta, assorbimento, pulizia, disinfezione ecc.

Gli occhietti del professor Bennet sprizzarono una luce di soddisfazione alla reazione dei presenti e si fermò un secondo, quasi in attesa di scuse da parte del presidente per il suo intervento precedente. Le scuse, naturalmente, non arrivarono e lui spinse il pulsante che fece partire un’altra sequela di filmati:

C’era gente impegnata a preparare del cibo per i cani letteralmente disperata e in preda al panico per paura che la pietanza potesse non piacere al loro “Signore”. Cani che rifiutavano il cibo finché, dopo svariati tentativi, il loro “cuoco personale” non riusciva a trovare una combinazione di alimenti corretti. Altre volte queste persone si trovavano addirittura costretti a dare ai cani il proprio cibo personale. Scandalosi erano infatti i filmati che riprendevano i cani che mettevano una vistosa pressione agli umani non appena questi si fermavano un attimo per consumare il loro pasto.

<<Professor Bennet…vuol dire che…>> balbettò il probiviro <<i “Cani” pretendono che sia sempre l’uomo a preparare loro i pasti? Non ci sono delle situazioni durante le quali loro stessi si occupano delle proprie esigenze?>>

<<Mai>> rispose prontamente Bennet <<non siamo riusciti a fare una sola ripresa nella quale un cane si prepari il proprio cibo, anzi>> e diede un comando per far partire un nuovo filmato <<se hanno fame e nessun umano è presente invece di prepararsi il cibo danno in escandescenze abbaiando, piangendo e distruggendo, come potete vedere, ogni cosa a loro portata>>.

Lo sconcerto del Consiglio Pangalattico aveva oramai raggiunto livelli mai toccati prima ma i filmati non accennavano a fermarsi.

Uomini e donne che, oltre ad occuparsi delle esigenze dei cani, erano costretti poi a passare ore facendo altri lavori per procurare il sostentamento a questi esseri e per esaudire tutti i loro capricciosi desideri. Persone che non potevano riposare o costrette ad uscire con la pioggia e la neve per accompagnare i cani desiderosi di passeggiare e altri che non potevano muoversi liberamente senza subire le proteste e, in alcuni casi, le violenze di questa specie. E quando tutte le mansioni principali erano finite gli umani avevano anche il compito di scattare foto, postarle sui social o fare interminabili ed inutili filmati dei cani che compievano azioni assolutamente insignificanti.

<<Ma, come è possibile che nessuno si ribelli a questa situazione?>> Chiese incredulo Monshine, il sacerdote responsabile delle dottrine religiose.

<<In effetti>> Bennet era già preparato a questa domanda <<c’è uno sparuto gruppo di umani chiamati Dog Trainer che sta provando a riportare la situazione alla normalità. Ma sono pochi e mal organizzati. Anzi, del tutto disorganizzati. Ognuno prova, nel suo piccolo, a sensibilizzare gli altri abitanti della terra a fare qualcosa per riprendere in mano la situazione. Qualche risultato sparso c’è ma… nella maggior parte dei casi la situazione è fuori controllo.

<<Ma>> insistette il capo assemblea <<questi umani, sono esseri intelligenti?>>

<<Costruiscono le cose>> rispose prontamente il professore <<sono bravissimi a costruire qualsiasi cosa e il loro livello tecnologico avanza velocemente ma….>>

<<Ma?…>> chiesero in coro diversi consiglieri.

<<Secondo me sono stupidi come le pere secche amare del pianeta Orbitol…anzi>> aggiunse con un sorriso compiaciuto <<sono stupidi come quelli che mangiano le pere secche amare di Orbitol!!>>

La battuta ebbe un momentaneo effetto rilassante sull’assemblea. L’ordine fu subito ristabilito dal Consigliere anziano che invitò tutti ad esprimere la propria opinione tramite il network cerebrale che avrebbe aiutato il computer centrale a trovare la soluzione più adeguata.

Il computer centrale era di un’intelligenza talmente avanzata che aveva la capacità di esprimere giudizi e dare opinioni certe anche quando non aveva alcuna idea di quale fosse la soluzione ad un problema. Semplicemente bleffava contando sul fatto che mai nessuno avrebbe messo in dubbio la sua analisi. In aggiunta oggi Hurrà (così il computer centrale amava farsi chiamare) non aveva proprio voglia di stare ad ascoltare quella massa di politici ignoranti. Si era svegliato male e il trascorrere della giornata non aveva migliorato la situazione. Aveva solo voglia che questo consiglio finisse prima possibile in modo di poter tornare a giocare a Beyond Galaxy (un gioco di simulazione strategica) con i suoi amichetti sparsi nella galassia. Ricevette i pareri dei vari consiglieri sul suo data base, diede un’occhiata veloce e li inserì nel mixer soluzionale. Lesse il risultato e iniziò a ridere da solo quasi perdendo il controllo. Questo accadeva ogni volta che usava il mixer in quanto miscelare soluzioni diverse in maniera casuale ricavandone un succo risolutivo dava come risultato ogni volta qualcosa di abominevole.

Il lato positivo fu che Hurrà torno di buon umore. Anche troppo di buon umore. Infatti decise di inventare lui stesso la soluzione.

E così la sua soluzione fu:

200 ml di latte, 2 uova, 25 gr di burro, 125 gr di farina, 6 gr di lievito, un pizzico di sale, 15 gr di zucchero: Versare il latte, tuorli d’uovo e burro fuso. Poi aggiungere albumi montati a neve con lo zucchero. Fare cuocere un mestolino di impasto su una padella antiaderente (circa due minuti per parte). Guarnire con sciroppo d’acero (o altro a piacere).