
Paura e diffidenza, nel cane, hanno quasi sempre una componente genetica che viene poi aggravata da una errata o assente socializzazione o da esperienze non corrette.
Nell’uomo la faccenda è più complessa ma in comune abbiamo che le nostre paure sono spesso infondate e non si basano (come dovrebbe essere in natura) su un basilare istinto di sopravvivenza o per preservarci da esperienze negative. La paura è spesso solo un divertente scherzo del nostro annoiatissimo cervello che non dovendo più trovare veloci soluzioni tipo: “come facciamo a non farci mangiare da quella tigre che si avvicina sempre di più ad una velocità preoccupante?” si consola facendoci credere che quell’ arrogante del nostro collega o del nostro capo sia un problema reale e se lo facessimo arrabbiare si potrebbe trasformare in un tirannosauro e divorarci.
Ridotti a siffato essere tendiamo ad avere un atteggiamento molto comprensivo nei confronti di alcuni atteggiamenti di paura del cane e quindi, senza volerlo, avallarli e rafforzarli.
Il lavoro di recupero verte su diversi componenti:
- Aumento dell’attività fisica e propriocezione
- Apprendimento di esercizi di educazione di base
- Stimolazione al problem solving
- Attivazione Mentale
- Ricerca olfattiva
- Stress and Rest (alternanza di situazioni difficili con altre più rilassanti)
- Costruzione della figura di riferimento (proprietario) ideale per supportare e sopratutto stimolare il cane al superamento dei vari blocchi.
- Simulazioni con diversi gradi di difficoltà (Stress and Rest)
Non vi annoio con la spiegazione dei punti dal 1 al 4 ma vi invito a dare un’occhiata a questa divertente simulazione preparata per un cane molto diffidente con persone e cani. In questo caso (proprio come nel Truman Show) solo i due proprietari e il cane sono “reali”; gli altri sono “comparse” o “attori” tutti con uno specifico compito.